Un giudizio equilibrato sulle vaccinazioni pediatriche di Roberto Gava
Vi riporto questo articolo molto interessante. Ciascuno trae le proprie conclusioni .Il mio non vuole essere un incentivo a non vaccinarsi, nè a vaccinarsi. Ma dico informiamoci meglio e chiediamo più informazioni al riguardo. In questi ultimi anni, nel nostro Paese abbiamo assistito ad una grande ribellione verso l’obbligo delle vaccinazioni infantili,
un rifiuto che lentamente ha dato origine ad un vero e proprio
Movimento partito dalla base e che è andato ingrossandosi pian piano.
A questo Movimento appartengono quasi sempre persone che
sono state mosse da forti, e spesso anche tragiche, esperienze personali
o da un carattere libero e insofferente nei riguardi dei
condizionamenti, subdoli ma sempre presenti, delle ideologie dominanti le
quali, come la storia dell’uomo da sempre insegna, in alcuni casi sono
addirittura controllate da persone che si servono della propria
posizione, intelligenza e conoscenze scientifiche per giustificare
quelle scelte che permettono loro vari tipi di speculazioni.
Il Movimento contro le vaccinazioni obbligatorie,
invece, come abbiamo detto, è partito dalla base, ma proprio per
questo, basandosi più sul buon senso che su solide motivazioni
scientifiche, ha prestato il fianco a facili critiche e non è stato a
lungo considerato.
Comunque, pur mancando all’inizio di dati sperimentali e/o
epidemiologici, il ragionamento da cui partiva era appoggiato
sull’evidenza inoppugnabile che, se i vaccini in qualche bambino causano
dei danni irreparabili o addirittura la morte, dato che la Natura non
procede né per salti né per casualità e ben raramente vige la regola del
tutto o nulla, è sensato ritenere che ci sia una gradualità di danno e che i vaccini danneggino anche coloro che apparentemente non hanno esplicitato lesioni.
Per l’uomo di buon senso tutto questo acquista valore sufficiente
indipendentemente dall’esistenza o meno di una suffragante
documentazione scientifica. La prova statistica, eventualmente, può
essere una pur sempre gradita convalida, utile ma non necessaria.
La Scienza Moderna, invece, sembrerebbe considerare
accettabile solo ciò che è dimostrabile scientificamente e per
raggiungere una tale dimostrazione di presunta verità vengono richieste
delle prove che, in taluni casi, giungono pure a sfiorare l’assurdo e si
può arrivare così anche all’assurdo opposto in cui un uso sconsiderato
dei dati scientifici permette di giustificare o di accettare come vere
delle conclusioni che sono totalmente prive di buon senso.
Infatti, si dice che nella letteratura scientifica medica si può
trovare tutto e l’opposto di tutto e che, se ben utilizzati (qui intendo
‘manipolati’), si possono trovare o produrre dati sperimentali per
dimostrare qualsiasi cosa.
Tutto ciò conferma quello che i Saggi del passato hanno sempre detto e cioè che l’uso della sola razionalità
danneggia l’uomo e lo può portare a confondere il vero col falso e a
giustificare anche la peggiore irrazionalità nel nome della sua razionalità (si pensi a qualsiasi totalitarismo).
Ne consegue che non possiamo dar fiducia alla nostra ragione, se questa non è avvalorata anche da un saggio Buon Senso.
Ne consegue che non possiamo dar fiducia alla nostra ragione, se questa non è avvalorata anche da un saggio Buon Senso.
Ed è proprio questo saggio buon senso che ci fa pensare che forse nei Paesi industrializzati,
che hanno un minor rischio per certe infezioni, a lungo termine i
vaccini pediatrici, specie se eseguiti troppo precocemente e proprio per
il loro effetto alterante il normale sviluppo e maturazione del sistema
immunitario, possano causare più danni che benefici.
Oggi, però, questo sospetto pare non sia solo giustificato dal
suddetto ‘saggio buon senso’, dato che sta acquistando sempre più
credito anche per i numerosi studi clinici e le innumerevoli
segnalazioni isolate di danni da vaccini che hanno ormai acceso il
dibattito su questo argomento al punto che la disputa tra il gruppo a
favore delle vaccinazioni e il gruppo contro sta diventando “infuocata”.
Infatti, da una parte ci sono i genitori che subiscono spesso situazioni di pressione psicologica
affinché diano il consenso per la somministrazione ai loro figli di un
numero sempre maggiore di vaccini e dall’altra c’è lo stato d’allarme in
netta crescita per i danni lievi o gravi, prossimi o lontani, correlati
a questo tipo di trattamento.
Anch’io ho dovuto affrontare il problema per i miei figli e, dopo
un’iniziale accettazione quasi acritica e incondizionata, perché credevo
che gli Uffici di Igiene e Sanità Pubblica competenti avessero già
sufficientemente valutato cosa fosse meglio per i nostri piccoli, mi
resi conto che, forse, la scelta di vaccinare dei neonati, totalmente
privi di un maturo apparato immunitario difensivo, non era la scelta più
corretta.
Contemporaneamente, capii pure che il mio bagaglio culturale in
questo campo specifico era ingiustificatamente scarso e per la maggior
parte derivato (come quello della maggioranza dei medici), oltre che
dagli ormai lontani studi universitari, prevalentemente dalle
informazioni fornite dal materiale bibliografico messo a disposizione
dalle Ditte Farmaceutiche e, quindi, … necessariamente di parte.
Dopo un attento studio della materia, mi sono accorto che le
considerazioni che forse avrebbero potuto essere giustificate in passato
non erano più accettabili al giorno d’oggi, dato che le attuali
condizioni di vita (alimentari, ambientali, sociali, economiche,
culturali, ecc.) hanno profondamente modificato il rischio non solo di
contrarre certe patologie infettive, ma anche di subire le loro
complicazioni.
Oltre a ciò, resta indubbio che è completamente diverso vaccinare un
bambino che vive in una società in cui c’è un’elevata incidenza di
ammalarsi di una specifica malattia, rispetto ad uno che vive in un
ambiente a bassa morbilità per la stessa.
Pertanto, quello che una volta era un rapporto rischio/beneficio
molto basso e quindi più a favore della pratica vaccinale, oggi è andato
lentamente crescendo verso valori sempre più alti, con il risultato che
alcune vaccinazioni sembrano oggi inutili e per altre è diventato molto
più pericoloso vaccinare che restare non vaccinati.
Per tali motivi, credo sia quanto mai doveroso che ogni medico si
ponga il quesito se l’approccio vaccinale attualmente in uso nel nostro
Paese sia corretto o se non sia ora più saggio pensare di potenziare
anzitutto e soprattutto l’immunità aspecifica, invece di limitarsi a
promuovere tout court quella specifica.
In conclusione, quello che vorrei rimanesse nel cuore del Lettore è
che i vaccini vengono proposti per istruire l’organismo del ricevente
affinché sia in grado di non ammalarsi di una certa patologia, ma questo
obiettivo viene pagato a caro prezzo perché il sistema immunitario,
anche se in genere e per un po’ di tempo (ma di solito non per sempre) è
più responsivo verso la patologia a cui è stato immunizzato, risulta
gravemente indebolito su molti altri fronti, con un elevato rischio di
sviluppare negli anni futuri (i danni più gravi non si evidenziano nel
breve termine) patologie molto importanti. Per contro, abbiamo dati
sufficienti per ritenere che le infezioni pediatriche siano molto utili
per un’adeguata maturazione del sistema immunitario dato che
quest’ultimo, dopo averle superate, resta più equilibrato e più
rafforzato, sia in generale che verso l’infezione specifica nei
confronti della quale di solito può restare un’immunità per tutta la
vita.
Compito della Medicina è aiutare il bambino affinché cresca sano e
forte e immunologicamente capace di affrontare non solo una decina di
patologie infettive, ma TUTTE: sia quelle che oggi conosciamo, sia
quelle che si svilupperanno in futuro. E questo va fatto senza mettere
una ‘toppa’ momentanea da una parte aprendo contemporaneamente più di un
‘buco’ in altre parti. Ciò si consegue insegnando ai genitori una
corretta igiene di vita, usando medicamenti non farmacologici o,
eventualmente, ricorrendo a quelli chimici in selezionate e particolari
condizioni. Anche i vaccini, quindi, possono essere utili, ma non vanno
certamente imposti a tutti e meno ancora vanno eseguiti in così elevato
numero in età precoci come oggi facciamo. Lo ripeto: in una Medica Moderna ogni trattamento deve essere personalizzato!
La vera rivoluzione in ambito sanitario
non è cambiare il gruppo dirigente, ma istruire la base
non è cambiare il gruppo dirigente, ma istruire la base
(tratta parzialmente dall’introduzione al libro: Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 3a ed., 2010)
Nessun commento:
Posta un commento